Cerco di andare avanti, ma la mia mente non mi segue. È come se fossimo due entità separate, in conflitto. La confusione alberga nel mio cervello, e la stanchezza è un cappotto di piombo che mi immobilizza. Tutto è bloccato, legato a questo momento. E io voglio andare via, volare lontano, fuggire da questa desolazione, scappare da una sofferenza attanagliante.
Nel fango antico riposa il seme,
avvolto da silenzi che sanno di tempo.
Ha atteso secoli, ha sognato la luce
mentre il mondo girava senza di lui.
La mente si spezza, si sdoppia,
come due lune in orbita inversa.
Io cammino, lei resta.
Io volo, lei si chiude in sé.
Ma chiudo gli occhi e il cielo si apre
come una ferita luminosa.
Pianeti danzano,
colori mai visti mi chiamano
con voci che non conosco.
Un fiore sboccia sul petto,
tra le stelle e la terra,
tra la desolazione
e il desiderio di essere altrove,
di essere intera.
È sogno? È verità?
O solo il respiro di una realtà
che non ha bisogno di prove per esistere?
E.S.
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