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La Solitudine

  La Solitudine Versi dal silenzio interiore La solitudine, un dolore silenzioso, Un abisso senza fine, un naufragio interiore. Ma forse, in questo silenzio, troverò la mia voce, E la solitudine diventerà un canto di speranza. La luna, pallida e malinconica, Guarda dall’alto la mia misera esistenza. E le lacrime si confondono con la pioggia, Nascoste, come il mio cuore, nel buio. Nel silenzio dell’anima, la solitudine si insinua, Un’ombra grigia che avvolge il cuore, Come un abbraccio freddo e implacabile. Le stelle, lontane e inaccessibili, Sembrano danzare al ritmo della mia tristezza. E il vento sussurra segreti di altre vite, Ma io resto qui, sola, con la mia pena. Elisabetta Sanguedolce

La Spiaggia delle Memorie

 La Conchiglia che Non Respira

Il pescatore porse a Elena una conchiglia diversa dalle altre. Era opaca, senza riflessi, e non pulsava come le altre. Sembrava… silenziosa.

«Questa non custodisce un ricordo,» disse. «Ma un vuoto.»

Elena la prese tra le mani. Era fredda, leggera, e dentro non c’era nulla. Nessun profumo, nessuna emozione. Solo silenzio.

«Ogni tanto,» continuò il pescatore, «il mare raccoglie ciò che non è mai stato vissuto. I sogni dimenticati, le parole non dette, gli abbracci mai dati. Questa conchiglia è uno di quei sogni.»

Elena lo guardò, colpita. «E cosa si fa con un sogno perduto?»

Il pescatore sorrise. «Lo si ascolta. E poi, se si ha il coraggio, lo si vive.»

Elena tiene tra le mani una conchiglia grigia, opaca, mentre il pescatore la osserva
 con uno sguardo profondo. Il cielo è più velato, come se il mare stesso fosse in ascolto.
Attorno a loro, le altre vongole brillano lievemente, ma quella tra le mani di Elena
resta immobile, come sospesa nel tempo.



Elena si alzò lentamente, stringendo la conchiglia grigia. Il pescatore la osservava in silenzio, come se sapesse già cosa stesse per accadere. Lei si avvicinò al mare, i piedi nudi affondavano nella sabbia umida, e le onde le lambivano le caviglie. «Se questo sogno non è mai stato vissuto,» pensò, «forse posso dargli vita io.» Si chinò e posò la conchiglia sull’acqua. Per un istante, nulla accadde. Poi, una luce tenue si accese dentro la conchiglia, e l’oceano sembrò respirare. Una voce lontana, dolce e familiare, sussurrò il suo nome. 

“Sarò sempre con te”

Elena restava immobile sulla riva, lasciando che le onde le accarezzassero i piedi nudi. Tra le mani, la conchiglia grigia pulsava di una luce calda e soffusa, come se custodisse un respiro antico. Ogni riflesso dorato del tramonto si specchiava nell’acqua, avvolgendo il mondo in un silenzio sospeso.

Lontano, seduto su una roccia scura levigata dal mare, il pescatore la osservava in silenzio. Il suo sguardo era fermo, ma negli occhi brillava una comprensione profonda, come se sapesse che quel momento non apparteneva solo a lei.

Poi, tra il fruscio delle onde e il canto lieve del vento, arrivò la voce. Dolce, vicina, familiare. «Elena… Sarò sempre con te.»

E in quell’istante, il mare, la luce e il ricordo si fusero in un’unica promessa eterna.


Elena in piedi sulla riva, il mare che le accarezza i piedi, la conchiglia grigia che si illumina dolcemente nell’acqua, e il pescatore che la osserva da lontano, seduto su una roccia. Il tramonto avvolge tutto in una luce dorata, piena di magia e silenzio. La Voce della mamma di Elena sussurra dolcemente il suo nome. Sarò sempre con te.



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