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Credere senza appartenere

Un pensiero ispirato a Franco Battiato


Non sempre la fede ha bisogno di una parrocchia.
A volte nasce nel silenzio di una stanza, nella luce che filtra tra le tende,
nella musica che vibra come preghiera.
Franco Battiato diceva di essere credente, ma non nel modo in cui si intende normalmente.
La sua spiritualità era un viaggio, non una destinazione.
Credeva nella bellezza che salva, nella liturgia che commuove,
nella voce di Teresa d’Avila e nel respiro del Tao.
Non cercava Dio nei dogmi, ma nella trasformazione dell’anima.
E forse è proprio lì che abita il divino:
nella libertà di chi cerca, nella grazia di chi non impone,
nella poesia di chi sa ascoltare.
Anch’io mi sento vicina a questa visione.
Credo, ma non come si intende normalmente.
Credo nel mistero, nella compassione, nell’arte che eleva,
nella fede che non ha paura di dubitare.
Sono anche delusa da molti uomini e donne di Chiesa,
che si nascondono dietro quel nome per estorcere denaro,
per costruire potere, per manipolare coscienze.


Come disse Gesù: “Avete fatto della mia casa una spelonca di ladri.” (Mt 21,13)
Ma non per questo smetto di cercare.
Perché Dio non abita nei palazzi,
ma nel cuore che ama senza condizioni.

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